domenica 27 marzo 2011

Esercizi Spirituali

Nei giorni 28 marzo, 4 e 11 aprile, si terrano gli esercizi spirituali su alcuni Salmi. Le riflessioni saranno tenute da don Salvatore Puglisi, vicario generale e docente di sacra scrittura.

venerdì 25 marzo 2011

Solennità dell'Annunciazione del Signore



In questa solennità dell'Annunciazione, chiediamo al Signore che, conformati a Cristo e sull'esempio di Maria, possiamo accogliere con amore, gioia e gratuità la Sua volontà.

Buona solennità dell'Annunciazione a tutti, alla città di Comiso, alla Comunità e a quanti, lontani dalla nostra terra, mantengono integra la devozione alla Vergine Annunziata e il legame affettivo con la nostra parrocchia.

Solennità dell'Annunciazione del Signore




Dalle «Lettere» di san Leone Magno, papa

Il mistero della nostra riconciliazione


Dalla Maestà divina fu assunta l'umiltà della nostra natura, dalla forza la debolezza, da colui che è eterno, la nostra mortalità; e per pagare il debito che gravava sulla nostra condizione, la natura impassibile fu unita alla nostra natura passibile. Tutto questo avvenne perché, come era conveniente per la nostra salvezza, il solo e unico mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, immune dalla morte per un verso, fosse, per l'altro, ad essa soggetto.

Vera integra e perfetta fu la natura nella quale è nato da Dio, ma nel medesimo tempo vera e perfetta la natura divina nella quale rimane immutabilmente. In lui c'è tutto della sua divinità e tutto della nostra umanità.

Per nostra natura intendiamo quella creata da Dio al principio e assunta, per essere redenta, dal Verbo. Nessuna traccia invece vi fu nel Salvatore di quelle malvagità che il seduttore portò nel mondo e che furono accolte dall'uomo sedotto. Volle addossarsi certo la nostra debolezza, ma non essere partecipe delle nostre colpe.

Assunse la condizione di schiavo, ma senza la contaminazione del peccato. Sublimò l'umanità, ma non sminuì la divinità. Il suo annientamento rese visibile l'invisibile e mortale il creatore e il Signore di tutte le cose. Ma il suo fu piuttosto un abbassarsi misericordioso verso la nostra miseria, che una perdita della sua potestà e del suo dominio. Fu creatore dell'uomo nella condizione divina e uomo nella condizione di schiavo. Questo fu l'unico e medesimo Salvatore.

Il Figlio di Dio fa dunque il suo ingresso in mezzo alle miserie di questo mondo, scendendo dal suo trono celeste, senza lasciare la gloria del Padre. Entra in una condizione nuova, nasce in un modo nuovo. Entra in una condizione nuova: infatti invisibile in se stesso si rende visibile nella nostra natura; infinito, si lascia circoscrivere; esistente prima di tutti i tempi, comincia a vivere nel tempo; padrone e Signore dell'universo, nasconde la sua infinita maestà, prende la forma di servo; impassibile e immortale, in quanto Dio, non sdegna di farsi uomo passibile e soggetto alle leggi della morte.

Colui infatti che è vero Dio, è anche vero uomo. Non vi è nulla di fittizio in questa unità, perché sussistono e l'umiltà della natura umana, e la sublimità della natura divina.

Dio non subisce mutazione per la sua misericordia, così l'uomo non viene alterato per la dignità ricevuta. Ognuna delle nature opera in comunione con l'altra tutto ciò che le è proprio. Il Verbo opera ciò che spetta al Verbo, e l'umanità esegue ciò che è proprio della umanità. La prima di queste nature risplende per i miracoli che compie, l'altra soggiace agli oltraggi che subisce. E, come il Verbo non rinunzia a quella gloria che possiede in tutto uguale al Padre, così l'umanità non abbandona la natura propria della specie.

Non ci stancheremo di ripeterlo: L'unico e il medesimo è veramente Figlio di Dio e veramente figlio dell'uomo. E' Dio, perché «In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio» (Gv 1, 1). E' uomo, perché: «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14).

giovedì 24 marzo 2011

Novenario in onore della Vergine Annunziata



Ti ringraziamo, o Madre, che dal cielo

hai di grazia arricchito il nostro cuore.
Con la tua protezion sul mondo anelo
a noi tutti dimostri il grande amore.
Alla tua sacra immagin con pio zelo
Ricorrendo fidente il peccatore
ti ripete, o celeste Madre pia,
dell’Angelo il saluto: Ave Maria…

E di Comiso ogni persona
spera e brama in tutte l’ore
e la grazia e il tuo favore
da Colui che tutto può.

mercoledì 23 marzo 2011

Novenario in onore della Vergine Annunziata


Ci rallegriamo, Maria, che venerata
Tu sei dal mondo tutto universale,
creatura, ab aeterno preservata
d'ogni macchia di colpa originale.
Piena di grazia tu fosti annunziata
e dall'uom lontan tenesti il male.
Il peccato dal cuor deh! togli via
mentre noi recitiam l'Ave Maria...

Ogni età con lieta voce
ti dirà Vergin Beata:
perché fosti Annunziata
ogni mal si dileguò.

martedì 22 marzo 2011

Novenario in onore della Vergine Annunziata


Ci rallegriamo per sempre, alma Signora,
che il lume eterno al mondo diffondesti.
Sii bendetta in ogni tempo e ora
e benedetto il frutto tuo che avesti.
Tu sei Colei che l'universo onora
per la dolce pietà che manifesti.
Accogli noi tuoi figli, o Madre pia,
e gradisci il saluto: Ave Maria...

E quel detto portentoso
"Son l'ancella del Signore",
quel "Sia fatto" misterioso
l'alto Lume a noi portò.

lunedì 21 marzo 2011

Novenario in onore della Vergine Annunziata


Ci rallegriamo che il Padre onnipotente
per figlia, Madre e sposa T'ha creato:
Ti formò tanto bella e innocente
che l'istesso Fattor s'è innamorato.
E chi di cuore pregati umilmente
vive sempre felice e consolato.
In Te sola noi tutti, o Madre pia,
speriamo ognor dicendo: Ave Maria...

Al sentir che l'increato
fecondar Spirto dovea
il tuo seno intemerato,
il tuo ciglio s'abbasso.

domenica 20 marzo 2011

Novenario in onore della Vergine Annunziata




Ci rallegriamo, o nostra gran Patrona,
che siedi in alto trono al Figlio accanto.
Per sgabello hai una luna e una corona
di stelle lucidissime, ma quanto!
Lo sa bene per fede ogni persona
che il sole risplendente è il tuo bel manto.
Intoni ogni fedel con melodia
pien di grazia il saluto: Ave Maria...

Sei quel sole che ad oriente
schiara in luci di splendori,
e per te umana mente
o Maria capir non può.

sabato 19 marzo 2011

Novenario in onore della Vergine Annunziata


Ci rallegriam, Maria, che sei la stanza
dell’individua e Santa Trinità.
Abbiamo noi tuoi figli la speranza
che i nostri falli Dio perdonerà.
E chi ricorre a te senza tardanza
il rescritto di grazia porterà.
In questa valle lacrimosa e ria
degnaci di dir sempre: Ave Maria…

Calpestasti il rio serpente
che la donna allor deluse,
or per te terror ne sente,
al tuo nome egli fuggì.

venerdì 18 marzo 2011

Novenario in onore della Vergine Annunziata


Ci rallegriamo Maria, Madre e Sposa
dallo Spirito Santo decorata.
Fosti di grazia piena e gloriosa
quando fosti dall'Angelo annunziata.
La tua voce imperante e maestosa
è dai cori celesti venerata,
ti loda ogni beato in armonia
dolcemente cantando: Ave Maria...

Madre allor del figlio Dio
orto chiuso e suggellato
cancellasti il fallo rio
e la pace a noi tornò.

giovedì 17 marzo 2011

Novenario in onore della Vergine Annunziata


Ci rallegriamo che Madre sei potente
dell'umanato Verbo, o gran Signora.
In cielo più del sole è risplendente
la tua bellezza luminosa ognora.
Volgendo l'occhio a te qualunque gente
di grazia chiama Te fulgente aurora.
Fa' che a te ricorriamo in agonia
salutandoti sempre: Ave Maria...

Del Celeste Messaggero
a mirar brillante il viso
paventasti, ed indeciso
il tuo labbro si mostrò.

mercoledì 16 marzo 2011

Novenario in onore della Vergine Annunziata


Ci rallegriamo, o Vergine Regina,
che Dio Padre per figlia T'ha eletto.
L'amor che t'ha la Trinità divina
non può mai ugugliarsi ad altro affetto.
L'Arcangelo Gabriele a Te s'inchina,
messaggero del Cielo al tuo cospetto.
Tua allegrezza e nostra gloria sia
il celeste saluto: Ave Maria...


Dalla colpa originale
preservata a grande oggetto
sol per dar Maria ricetto
a quel Dio che l'esentò.

domenica 13 marzo 2011

Prima domenica di Quaresima

Dal «Commento sui salmi» di sant'Agostino, vescovo
(Sal 60, 2-3; CCL 39, 766)

In Cristo siamo stati tentati e in lui abbiamo vinto il diavolo

«Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera» (Sal 60, 1). Chi è colui che parla? Sembrerebbe una persona sola. Ma osserva bene se si tratta davvero di una persona sola. Dice infatti: «Dai confini della terra io t'invoco; mentre il mio cuore è angosciato» (Sal 60, 2).

Dunque non si tratta già di un solo individuo: ma, in tanto sembra uno, in quanto uno solo è Cristo, di cui noi tutti siamo membra. Una persona sola, infatti, come potrebbe gridare dai confini della terra? Dai confini della terra non grida se non quella eredità, di cui fu detto al Figlio stesso: «Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra» (Sal 2, 8).

Dunque, è questo possesso di Cristo, quest'eredità di Cristo, questo corpo di Cristo, quest'unica Chiesa di Cristo, quest'unità, che noi tutti formiamo e siamo, che grida dai confini della terra.

E che cosa grida? Quanto ho detto sopra: «Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera; dai confini della terra io t'invoco». Cioè, quanto ho gridato a te, l'ho gridato dai confini della terra: ossia da ogni luogo.

Ma, perché ho gridato questo? Perché il mio cuore è in angoscia. Mostra di trovarsi fra tutte le genti, su tutta la terra non in grande gloria, ma in mezzo a grandi prove.

Infatti la nostra vita in questo pellegrinaggio non può essere esente da prove e il nostro progresso si compie attraverso la tentazione. Nessuno può conoscere se stesso, se non è tentato, né può essere coronato senza aver vinto, né può vincere senza combattere; ma il combattimento suppone un nemico, una prova.

Pertanto si trova in angoscia colui che grida dai confini della terra, ma tuttavia non viene abbandonato. Poiché il Signore volle prefigurare noi, che siamo il suo corpo mistico, nelle vicende del suo corpo reale, nel quale egli morì, risuscitò e salì al cielo. In tal modo anche le membra possono sperare di giungere là dove il Capo le ha precedute.

Dunque egli ci ha come trasfigurati in sé, quando volle essere tentato da Satana. Leggevamo ora nel vangelo che il Signore Gesù era tentato dal diavolo nel deserto. Precisamente Cristo fu tentato dal diavolo, ma in Cristo eri tentato anche tu. Perché Cristo prese da te la sua carne, ma da sé la tua salvezza, da te la morte, da sé la tua vita, da te l'umiliazione, da sé la tua gloria, dunque prese da te la sua tentazione, da sé la tua vittoria.
Se siamo stati tentati in lui, sarà proprio in lui che vinceremo il diavolo. Tu fermi la tua attenzione al fatto che Cristo fu tentato; perché non consideri che egli ha anche vinto? Fosti tu ad essere tentato in lui, ma riconosci anche che in lui tu sei vincitore. Egli avrebbe potuto tener lontano da sé il diavolo; ma, se non si fosse lasciato tentare, non ti avrebbe insegnato a vincere, quando sei tentato.

(seconda lettura dell'Ufficio della prima Domenica di Quaresima)

Via Crucis


Tutti i venerdì di Quaresima, alle ore 15.00: Via Crucis.

Preghiera dei Vespri nelle domeniche di Quaresima

Tutte le domeniche di Quaresima (escluso la seconda domenica) la Celebrazione vespertina dell'Eucaristia sarà preceduta dalla preghiera dei Vespri alle ore 17.30.

lunedì 7 marzo 2011

Processione Eucaristica al termine delle "Quarantore"


Sabato 12 marzo si svolgerà la processione con il Santissimo Sacramento, al termine delle giornate eucaristiche.

La processione percorrerà le seguenti vie: via Duca d'Aosta, via san Leonardo, via Conte di Torino, via Di Vita, piazza Fonte Diana, via degli Studi, via Papa Giovanni XXIII.

I fedeli che risiedono nelle vie sopra elencate sono invitati a onorare Gesù Eucaristia ornando i balconi delle case con luci, drappi e altro, evitando, se possibile, la sosta delle autovetture che potrebbe intralciare il percorso della processione.

Viviamo con fede e gioia questi momenti di grazia per la nostra Comunità e per tutta la città.

Messaggio di Sua Santità Benedetto XVI per la Quaresima

“Con Cristo siete sepolti nel Battesimo,
con lui siete anche risorti”
(cfr Col 2,12)

Cari fratelli e sorelle,
la Quaresima, che ci conduce alla celebrazione della Santa Pasqua, è per la Chiesa un tempo liturgico assai prezioso e importante, in vista del quale sono lieto di rivolgere una parola specifica perché sia vissuto con il dovuto impegno. Mentre guarda all’incontro definitivo con il suo Sposo nella Pasqua eterna, la Comunità ecclesiale, assidua nella preghiera e nella carità operosa, intensifica il suo cammino di purificazione nello spirito, per attingere con maggiore abbondanza al Mistero della redenzione la vita nuova in Cristo Signore (cfr Prefazio I di Quaresima).


1. Questa stessa vita ci è già stata trasmessa nel giorno del nostro Battesimo, quando, “divenuti partecipi della morte e risurrezione del Cristo”, è iniziata per noi “l’avventura gioiosa ed esaltante del discepolo” (Omelia nella Festa del Battesimo del Signore, 10 gennaio 2010). San Paolo, nelle sue Lettere, insiste ripetutamente sulla singolare comunione con il Figlio di Dio realizzata in questo lavacro. Il fatto che nella maggioranza dei casi il Battesimo si riceva da bambini mette in evidenza che si tratta di un dono di Dio: nessuno merita la vita eterna con le proprie forze. La misericordia di Dio, che cancella il peccato e permette di vivere nella propria esistenza “gli stessi sentimenti di Cristo Gesù” (Fil 2,5), viene comunicata all’uomo gratuitamente.

L’Apostolo delle genti, nella Lettera ai Filippesi, esprime il senso della trasformazione che si attua con la partecipazione alla morte e risurrezione di Cristo, indicandone la meta: che “io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti” (Fil 3,10-11). Il Battesimo, quindi, non è un rito del passato, ma l’incontro con Cristo che informa tutta l’esistenza del battezzato, gli dona la vita divina e lo chiama ad una conversione sincera, avviata e sostenuta dalla Grazia, che lo porti a raggiungere la statura adulta del Cristo.

Un nesso particolare lega il Battesimo alla Quaresima come momento favorevole per sperimentare la Grazia che salva. I Padri del Concilio Vaticano II hanno richiamato tutti i Pastori della Chiesa ad utilizzare “più abbondantemente gli elementi battesimali propri della liturgia quaresimale” (Cost. Sacrosanctum Concilium, 109). Da sempre, infatti, la Chiesa associa la Veglia Pasquale alla celebrazione del Battesimo: in questo Sacramento si realizza quel grande mistero per cui l’uomo muore al peccato, è fatto partecipe della vita nuova in Cristo Risorto e riceve lo stesso Spirito di Dio che ha risuscitato Gesù dai morti (cfr Rm 8,11). Questo dono gratuito deve essere sempre ravvivato in ciascuno di noi e la Quaresima ci offre un percorso analogo al catecumenato, che per i cristiani della Chiesa antica, come pure per i catecumeni d’oggi, è una scuola insostituibile di fede e di vita cristiana: davvero essi vivono il Battesimo come un atto decisivo per tutta la loro esistenza.


2. Per intraprendere seriamente il cammino verso la Pasqua e prepararci a celebrare la Risurrezione del Signore - la festa più gioiosa e solenne di tutto l’Anno liturgico - che cosa può esserci di più adatto che lasciarci condurre dalla Parola di Dio? Per questo la Chiesa, nei testi evangelici delle domeniche di Quaresima, ci guida ad un incontro particolarmente intenso con il Signore, facendoci ripercorrere le tappe del cammino dell’iniziazione cristiana: per i catecumeni, nella prospettiva di ricevere il Sacramento della rinascita, per chi è battezzato, in vista di nuovi e decisivi passi nella sequela di Cristo e nel dono più pieno a Lui.

La prima domenica dell’itinerario quaresimale evidenzia la nostra condizione dell’uomo su questa terra. Il combattimento vittorioso contro le tentazioni, che dà inizio alla missione di Gesù, è un invito a prendere consapevolezza della propria fragilità per accogliere la Grazia che libera dal peccato e infonde nuova forza in Cristo, via, verità e vita (cfr Ordo Initiationis Christianae Adultorum, n. 25). E’ un deciso richiamo a ricordare come la fede cristiana implichi, sull’esempio di Gesù e in unione con Lui, una lotta “contro i dominatori di questo mondo tenebroso” (Ef 6,12), nel quale il diavolo è all’opera e non si stanca, neppure oggi, di tentare l’uomo che vuole avvicinarsi al Signore: Cristo ne esce vittorioso, per aprire anche il nostro cuore alla speranza e guidarci a vincere le seduzioni del male.

Il Vangelo della Trasfigurazione del Signore pone davanti ai nostri occhi la gloria di Cristo, che anticipa la risurrezione e che annuncia la divinizzazione dell’uomo. La comunità cristiana prende coscienza di essere condotta, come gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, “in disparte, su un alto monte” (Mt 17,1), per accogliere nuovamente in Cristo, quali figli nel Figlio, il dono della Grazia di Dio: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo” (v. 5). E’ l’invito a prendere le distanze dal rumore del quotidiano per immergersi nella presenza di Dio: Egli vuole trasmetterci, ogni giorno, una Parola che penetra nelle profondità del nostro spirito, dove discerne il bene e il male (cfr Eb 4,12) e rafforza la volontà di seguire il Signore.

La domanda di Gesù alla Samaritana: “Dammi da bere” (Gv 4,7), che viene proposta nella liturgia della terza domenica, esprime la passione di Dio per ogni uomo e vuole suscitare nel nostro cuore il desiderio del dono dell’ “acqua che zampilla per la vita eterna” (v. 14): è il dono dello Spirito Santo, che fa dei cristiani “veri adoratori” in grado di pregare il Padre “in spirito e verità” (v. 23). Solo quest’acqua può estinguere la nostra sete di bene, di verità e di bellezza! Solo quest’acqua, donataci dal Figlio, irriga i deserti dell’anima inquieta e insoddisfatta, “finché non riposa in Dio”, secondo le celebri parole di sant’Agostino.

La “domenica del cieco nato” presenta Cristo come luce del mondo. Il Vangelo interpella ciascuno di noi: “Tu, credi nel Figlio dell’uomo?”. “Credo, Signore!” (Gv 9,35.38), afferma con gioia il cieco nato, facendosi voce di ogni credente. Il miracolo della guarigione è il segno che Cristo, insieme alla vista, vuole aprire il nostro sguardo interiore, perché la nostra fede diventi sempre più profonda e possiamo riconoscere in Lui l’unico nostro Salvatore. Egli illumina tutte le oscurità della vita e porta l’uomo a vivere da “figlio della luce”.

Quando, nella quinta domenica, ci viene proclamata la risurrezione di Lazzaro, siamo messi di fronte al mistero ultimo della nostra esistenza: “Io sono la risurrezione e la vita… Credi questo?” (Gv 11,25-26). Per la comunità cristiana è il momento di riporre con sincerità, insieme a Marta, tutta la speranza in Gesù di Nazareth: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo” (v. 27). La comunione con Cristo in questa vita ci prepara a superare il confine della morte, per vivere senza fine in Lui. La fede nella risurrezione dei morti e la speranza della vita eterna aprono il nostro sguardo al senso ultimo della nostra esistenza: Dio ha creato l’uomo per la risurrezione e per la vita, e questa verità dona la dimensione autentica e definitiva alla storia degli uomini, alla loro esistenza personale e al loro vivere sociale, alla cultura, alla politica, all’economia. Privo della luce della fede l’universo intero finisce rinchiuso dentro un sepolcro senza futuro, senza speranza.

Il percorso quaresimale trova il suo compimento nel Triduo Pasquale, particolarmente nella Grande Veglia nella Notte Santa: rinnovando le promesse battesimali, riaffermiamo che Cristo è il Signore della nostra vita, quella vita che Dio ci ha comunicato quando siamo rinati “dall’acqua e dallo Spirito Santo”, e riconfermiamo il nostro fermo impegno di corrispondere all’azione della Grazia per essere suoi discepoli.


3. Il nostro immergerci nella morte e risurrezione di Cristo attraverso il Sacramento del Battesimo, ci spinge ogni giorno a liberare il nostro cuore dal peso delle cose materiali, da un legame egoistico con la “terra”, che ci impoverisce e ci impedisce di essere disponibili e aperti a Dio e al prossimo. In Cristo, Dio si è rivelato come Amore (cfr 1Gv 4,7-10). La Croce di Cristo, la “parola della Croce” manifesta la potenza salvifica di Dio (cfr 1Cor 1,18), che si dona per rialzare l’uomo e portargli la salvezza: amore nella sua forma più radicale (cfr Enc. Deus caritas est, 12). Attraverso le pratiche tradizionali del digiuno, dell’elemosina e della preghiera, espressioni dell’impegno di conversione, la Quaresima educa a vivere in modo sempre più radicale l’amore di Cristo. Il digiuno, che può avere diverse motivazioni, acquista per il cristiano un significato profondamente religioso: rendendo più povera la nostra mensa impariamo a superare l’egoismo per vivere nella logica del dono e dell’amore; sopportando la privazione di qualche cosa - e non solo di superfluo - impariamo a distogliere lo sguardo dal nostro “io”, per scoprire Qualcuno accanto a noi e riconoscere Dio nei volti di tanti nostri fratelli. Per il cristiano il digiuno non ha nulla di intimistico, ma apre maggiormente a Dio e alle necessità degli uomini, e fa sì che l’amore per Dio sia anche amore per il prossimo (cfr Mc 12,31).

Nel nostro cammino ci troviamo di fronte anche alla tentazione dell’avere, dell’avidità di denaro, che insidia il primato di Dio nella nostra vita. La bramosia del possesso provoca violenza, prevaricazione e morte; per questo la Chiesa, specialmente nel tempo quaresimale, richiama alla pratica dell’elemosina, alla capacità, cioè, di condivisione. L’idolatria dei beni, invece, non solo allontana dall’altro, ma spoglia l’uomo, lo rende infelice, lo inganna, lo illude senza realizzare ciò che promette, perché colloca le cose materiali al posto di Dio, unica fonte della vita. Come comprendere la bontà paterna di Dio se il cuore è pieno di sé e dei propri progetti, con i quali ci si illude di potersi assicurare il futuro? La tentazione è quella di pensare, come il ricco della parabola: “Anima mia, hai a disposizione molti beni per molti anni…”. Conosciamo il giudizio del Signore: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita…” (Lc 12,19-20). La pratica dell’elemosina è un richiamo al primato di Dio e all’attenzione verso l’altro, per riscoprire il nostro Padre buono e ricevere la sua misericordia.

In tutto il periodo quaresimale, la Chiesa ci offre con particolare abbondanza la Parola di Dio. Meditandola ed interiorizzandola per viverla quotidianamente, impariamo una forma preziosa e insostituibile di preghiera, perché l’ascolto attento di Dio, che continua a parlare al nostro cuore, alimenta il cammino di fede che abbiamo iniziato nel giorno del Battesimo. La preghiera ci permette anche di acquisire una nuova concezione del tempo: senza la prospettiva dell’eternità e della trascendenza, infatti, esso scandisce semplicemente i nostri passi verso un orizzonte che non ha futuro. Nella preghiera troviamo, invece, tempo per Dio, per conoscere che “le sue parole non passeranno” (cfr Mc 13,31), per entrare in quell’intima comunione con Lui “che nessuno potrà toglierci” (cfr Gv 16,22) e che ci apre alla speranza che non delude, alla vita eterna.

In sintesi, l’itinerario quaresimale, nel quale siamo invitati a contemplare il Mistero della Croce, è “farsi conformi alla morte di Cristo” (Fil 3,10), per attuare una conversione profonda della nostra vita: lasciarci trasformare dall’azione dello Spirito Santo, come san Paolo sulla via di Damasco; orientare con decisione la nostra esistenza secondo la volontà di Dio; liberarci dal nostro egoismo, superando l’istinto di dominio sugli altri e aprendoci alla carità di Cristo. Il periodo quaresimale è momento favorevole per riconoscere la nostra debolezza, accogliere, con una sincera revisione di vita, la Grazia rinnovatrice del Sacramento della Penitenza e camminare con decisione verso Cristo.

Cari fratelli e sorelle, mediante l’incontro personale col nostro Redentore e attraverso il digiuno, l’elemosina e la preghiera, il cammino di conversione verso la Pasqua ci conduce a riscoprire il nostro Battesimo. Rinnoviamo in questa Quaresima l’accoglienza della Grazia che Dio ci ha donato in quel momento, perché illumini e guidi tutte le nostre azioni. Quanto il Sacramento significa e realizza, siamo chiamati a viverlo ogni giorno in una sequela di Cristo sempre più generosa e autentica. In questo nostro itinerario, ci affidiamo alla Vergine Maria, che ha generato il Verbo di Dio nella fede e nella carne, per immergerci come Lei nella morte e risurrezione del suo Figlio Gesù ed avere la vita eterna.

BENEDICTUS PP. XVI

giovedì 3 marzo 2011

Festa di Carnevale



L'ACR parrocchiale organizza una festa di Carnevale per tutti i bambini e ragazzi della nostra Parrocchia e non, per sabato 5 marzo a partire dalle ore 19.00. L'ingresso alla festa è di 2€. Trascorreremo la serata tra musica, balli, giochi e ovviamente non mancheranno la sfilata delle mascherine e un buffet con tante cose buone! L'invito è anche rivolto alle famiglie.

mercoledì 2 marzo 2011

Appuntamenti del mese di Marzo 2011



Venerdì 11 Marzo, alle ore 20 , si terrà la consueta Via Crucis Cittadina, che si svolgerà nel territorio tra le parrocchie dei S. Apostoli e di S. Antonio

Sabato 12 Marzo, dalle ore 16 alle ore 19, presso la chiesa della parrocchia S. Apostoli, si terrà il 6° incontro di approfondimento delle lettere di Giacomo,Giovanni e Giuda

Domenica 20 Marzo si terrà l'Incontro Diocesano di festa per i Ministranti di tutta la Diocesi

Martedì 22 Marzo si svolgerà il 3° Incontro Diocesano per i membri dei consigli Parrocchiali, zonali e diocesani; tema: "sguardo in avanti".

Giorno 24 Marzo, in occasione della 19° giornata di preghiera in memoria dei missionari Martiri, alle 19.00 ci sarà una via Crucis in Cattedrale




Orario delle SS. Messe:
Chiesa di S. Maria della Grazia (cappuccini): Giovedì ore 8.30; Domenica ore 9.00.
Chiesa di San Leonardo: Sabato ore 16.30.
Chiesa di Maria SS. Annunziata: Feriale: ore 8.30 e ore18.00. Festivo: ore 8.00, ore 11.00 e ore 18.00.


Il 9 marzo, Mercoledì delle Ceneri, giornata di digiuno e astinenza dalle carni, ha inizio il Tempo di Quaresima. Durante le SS. Messe della giornata ci sarà il rito dell'imposizione delle ceneri.
Nella nostra Comunità hanno inizio le giornate eucaristiche. Il Santissimo Sacramento sarà esposto al termine della Celebrazione Eucaristica delle 8.30, fino alle 17.15. Alle 9.30, alle 12.00 e alle 15.00 ci sarà la preghiera dell'Ora Media, mentre alle 17.15 la preghiera dei Vespri e la benedizione eucaristica.
Al termine della Celebrazione Eucaristica vespertina di mercoledì 9, si terrà la processione penitenziale delle confraternite.
Sabato 12 marzo, dopo la Celebrazione Eucaristica delle ore 18.00 si snoderà, per le vie della Parrocchia, la processione eucaristica a conclusione delle giornate di adorazione.
Al termine della processione si terrà l'assemblea del comitato per i festeggiamenti della Santa Pasqua 2011.

Tutti i venerdì di Quaresima ci sarà il rito della Via Crucis alle ore 15.00.
 
Dal 16 Marzo al 24 Marzo si terrà il novenario in onore della Vergine Annunziata, in preparazione alla solennità dell'Annunciazione del Signore. Le celebrazioni eucaristiche saranno presiedute da:
  • don Giuseppe Cabibbo (16 Marzo);
  • don Maurizio Di Maria (17, 18 e 19  Marzo);
  • S.E. Mons Carmelo Ferraro (20 Marzo);
  • don Mario Cascone (21, 22, 23 e 24 Marzo);
Giovedì 24 Marzo, alle ore 18.30 ci sarà il novenario seguito dalla svelata del simulacro di Maria SS. Annunziata; dopo la Santa Messa, ci sarà la processione con la reliqua della Madonna.

Venerdì 25 Marzo, in occasione della Solennità dell'Annunciazione del Signore, la celebrazione Eucaristica alle ore 19.00 sarà presieduta da S.E. Mons. Paolo Urso


Ogni Mercoledì si svolgeranno le prove di canto, per tutti quelli che animano o intendono animare con il canto le celebrazioni eucaristiche delle domeniche e delle solennità


Ogni ultima domenica del mese (27 Marzo), presso l'Oasi Maria Ss. Annunziata, ci sarà la riunione dei Consigli Parrocchiali


Ogni 2° e 4° Giovedì del mese (10 e 24 Marzo) nei locali della Canonica si terrano gli incontri della S. Vincenzo.

Gli incontri di formazione dei ministranti si svolgono ogni settimana, la domenica per i piccoli (7-11 anni), il sabato per tutti gli altri.



La prima e la terza domenica del mese (6 e 20 Marzo), , si terranno:
  • l'incontro di gruppo Giovani, 21-35 anni, nei locali del centro pastorale;
  • l'incontro del gruppo coppie di AC, nell'aula capitolare della Basilica.

Sabato 5 Marzo nei locali dell'Oasi alle ore 19 ci sarà la festa di Carnevale per tutti i bambini e ragazzi della nostra Parrocchia

Giorno 13 Marzo, ci sarà il terzo incontro parrocchiale di formazione per gli educatori e animatori A.C.R.


INCONTRI SETTIMANALI
  • Mercoledì:
    • Centro pastorale:
      • 18.30-19.30, gruppo 15-17 giovanissimi
  • Venerdì:
    • Centro pastorale:
      • 16.00-17.00, gruppo 12-14 cresima;
      • 16.30-17.30, gruppo 6-7 anni
      • 16.30-17.30, gruppo 2 gruppi 8 anni
  • Sabato:
    • Centro pastorale:
      • 16.30-17.30, gruppo 9-11 confessione e 2 gruppi 9-11 comunione
    • Canonica:
      • 19.00-20.00, gruppo 12-14 post cresima
    • Oratorio:
      • 15.30-16.30, gruppo 8 anni e gruppo 9-11 confessione
      • 16.30-17.30, gruppo 9-11 comunione e gruppo 12-14 preparazione cresima
      • 17.30-18.30, gruppo 12-14 post cresima
      • 18.00-19.00, gruppo 15-17 giovanissimi e gruppo 12-14 post cresima
      • 19.00-20.30, gruppo 18-20 Giovanni

Marzo 2011